The Blue Acceleration

La finanza e la pressione sulle risorse ittiche

Un team di ricercatori dello Stockholm Resilence Centre della
Stockholms Universitet ha appena diffuso lo studio
“The Blue Acceleration: The Trajectory of Human Expansion
into the Ocean”, il cui autore principale è Jean-Baptiste Jouffray,
che lavora anche per il Global Economic Dynamics and the
Biosphere Academy Programme dell’Accademia Svedese
delle Scienze. Questo studio documenta la continua accelerazione
dell’enorme pressione che gli esseri umani esercitano sugli
oceani in termini di sfruttamento di risorse (idrocarburi, sabbia,
ghiaia, pesce, minerali, turismo, trasporti marini, dissalazione, ecc).

Jouffray è anche l’autore dello studio “Leverage points in the
financial sector for seafood sustainability”, pubblicato nel
2019 su Science Advances, dal quale risulta che sebbene
quasi il 90% della pesca mondiale sia ormai pienamente
sfruttata o sovrasfruttata, e si preveda che la domanda di
pescato cresca del 70% entro il 2050, dall’esame di quasi
un decennio di informazioni “non è stato possibile trovare
notizie di un solo prestito bancario all’industria ittica che
includesse criteri di sostenibilità”.

I prestiti bancari sono il modo principale con il quale le
compagnie ittiche finanziano le loro operazioni. Derivano
da accordi tra un prestatore e un mutuatario (Loan Covenants)
e vietano al mutuatario un certo comportamento: se venissero
incorporati dei criteri di sostenibilità nei Loan Convenants, le banche
potrebbero svolgere un ruolo chiave nel promuovere una rapida
trasformazione verso pratiche sostenibili, e le regole di quotazione
in borsa potrebbero ridurre significativamente la pressione sulle
risorse ittiche.

La maggior parte delle società presenti in borsa tra le 100 più grandi
aziende ittiche del mondo sono quotate in una manciata di borse:
la sola Tokyo Stock Exchange concentra il 53% delle entrate
delle compagnie ittiche quotate, mentre le quattro maggiori
(Tokyo, Oslo, Corea e Thailandia) rappresentano insieme l’86%.

Dallo studio “Transnational Corporations as ‘Keystone Actors’
in Marine Ecosystems” pubblicato su PLOS ONE nel 2015,
risulta che 13 Corporations controllano l’11–16% della pesca
marittima globale, e il 19–40% degli stock ittici più grandi e
preziosi del mondo.

DA CONSULTARE:

Jouffray et al., 2020, “The Blue Acceleration:
The Trajectory of Human Expansion into the Ocean”
http://dx.doi.org/10.1016/j.oneear.2019.12.016

Press release dello studio
https://www.sciencedaily.com/releases/2020/01/200124112931.htm

Recensione in italiano dello studio
http://www.greenreport.it/news/energia/blue-acceleration-la-pressione-umana-sugli-oceani-non-mostra-nessun-segno-di-rallentamento/
che riporta dati, riferimenti e spiegazioni anche a proposito dei
succitati “Transnational Corporations as ‘Keystone Actors’
in Marine Ecosystems”
https://doi.org/10.1371/journal.pone.0127533
e “Leverage points in the financial sector for
seafood sustainability”
https://advances.sciencemag.org/content/5/10/eaax3324

Il Team di Cambiamo (http://www.cambiamo.org/html/index.php) in collaborazione con il team di Semi di Scienza

Gennaio 29, 2020

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