{"id":1173,"date":"2020-11-02T08:49:51","date_gmt":"2020-11-02T08:49:51","guid":{"rendered":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/?p=1173"},"modified":"2020-11-02T08:49:51","modified_gmt":"2020-11-02T08:49:51","slug":"lalmanacco-della-contea-di-sabbia-e-lecologia","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/www.semidiscienza.it\/2020\/11\/02\/lalmanacco-della-contea-di-sabbia-e-lecologia\/","title":{"rendered":"L\u2019almanacco della contea di sabbia e l\u2019ecologia."},"content":{"rendered":"\n

Ho appena chiuso l\u2019ultima pagina di Pensare come una montagna. A Sand County Almanac<\/em>, Piano B edizioni.\nL\u2019autore, Aldo Leopold, \u00e8 considerato \u2013 non a torto, dopo aver letto il libro \u2013\nuno dei padri dell\u2019ecologismo d\u2019oltreoceano. Non so per quale ragione l\u2019editore\nabbia voluto lasciato il sottotitolo in inglese, ma, accostato al fascino di\ncomprendere cosa si sapr\u00e0, leggendo queste pagine, su questa \u201ccontea di sabbia\u201d\nc\u2019\u00e8 questa parola antica, \u201calmanacco\u201d, che rimanda a una serie di significati[1]<\/a>\ntra i quali c\u2019\u00e8 quello di \u201cdiario\u201d su cui si riportano notizie. Ebbene questo \u00e8\nin effetti un diario, un diario di osservazioni sparse che non esito,\npersonalmente, a definire poetiche, nella pi\u00f9 alta accezione del termine.<\/p>\n\n\n\n

Leopold accosta con estrema semplicit\u00e0 ragionamenti dettati\nda una ecologia che definiremmo \u201cpratica\u201d, basata sull\u2019osservazione, a momenti\ndi grande afflato verso animali e piante con cui entra in contatto. Il suo\nsembra essere un \u201cecologismo integrale\u201d: in Leopold il motore della sua voglia\ndi conoscere e di quello che racconta in queste pagine \u00e8, come per ogni\nscienziato che si rispetti, la curiosit\u00e0, ma anche l\u2019amore, intenso e totale,\nper quel che osserva. Testa e cuore quindi, insieme, per conoscere e raccontare\nosservando.<\/p>\n\n\n\n

I pensieri di Leopold sembrano scritti oggi (e invece la\nprefazione del libro ci dice che li scrisse prima del 1948, anno in cui\ntragicamente mor\u00ec nel tentativo di spegnere un incendio) e questo ci fa ancora\npi\u00f9 impressione. Molti sono i punti in cui si potrebbe citarlo, ma, prendendone\nuno a caso, tra i molti sottolineati, cito:<\/p>\n\n\n\n

La\nconservazione \u00e8 uno stato di armonia tra gli uomini e la terra. Nonostante\nquasi un secolo di propaganda, l\u2019ambientalismo procede ancora a passo di\nlumaca; i suoi stessi progressi, la gran parte, si riassumono in buone\nintenzioni e dimostrazioni di oratoria. Facciamo ancora un passo avanti e due\nindietro. (p. 215)<\/p>\n\n\n\n

Personalmente \u00e8 da quando avevo vent\u2019anni che sento parlare\ndi \u201ceducazione ambientale\u201d: adesso che ne ho 50 mi pare che questa \u201ceducazione\u201d\nabbia sortito scarsi effetti su coloro che nel frattempo, dopo di me, sono\nstati cresciuti e avrebbero dovuto sviluppare una \u201csensibilit\u00e0\u201d (ambientale) a\nseguito di questa educazione. A giudicare da come viene trattato il mondo\nintorno a noi, non si pu\u00f2 che concordare con Leopold (\u201cun passo avanti e due\nindietro\u201d, ma a volte ho il sospetto che quelli indietro siano pi\u00f9 di due),\nnonostante siano passati oltre settant\u2019anni dal momento in cui verg\u00f2 questa\nriflessione.<\/p>\n\n\n\n

Nel libro, diviso in tre parti, non manca una lunga\nriflessione su un fenomeno che negli Stati Uniti aveva gi\u00e0 preso piede: il\nturismo di massa, \u201cmordi e fuggi\u201d, nella \u201cnatura\u201d. Una delle cose che mi\nimpressionavano di pi\u00f9 da ragazzo \u2013 e anche quando, in et\u00e0 pi\u00f9 adulta, ho\nabitato a Torino \u2013 era \u201cl\u2019assalto alla montagna\u201d operato dai comuni cittadini\nche, tipicamente nel fine settimana, dovendo scegliere la gita di un giorno che\nnon diventasse un\u2019odissea di andata e ritorno dal mare della Liguria, il pi\u00f9\nvicino, o la montagna (l\u2019arco alpino offre un certo numero di possibilit\u00e0 da\nTorino), optavano per quest\u2019ultima. Ho avuto per diversi anni due stanze in\naffitto al confine sud (quello piemontese appunto) del Parco Nazionale del Gran\nParadiso e\u2026 li vedevo arrivare.<\/p>\n\n\n\n

In tono vagamente canzonatorio-dispregiativo li chiamavamo i\n\u201cmerenderos\u201d: sulle proprie auto, accaldati, nonostante l\u2019aria condizionata (ma\nil fenomeno era in auge gi\u00e0 quando l\u2019aria condizionata era ancora un optional\nnelle auto), in fuga dalla citt\u00e0 bollente, arrivavano a mezza mattina, con il\nloro carico di masserizie e l\u2019occorrente per tutti i comfort per il picnic\nfuori casa e\u2026 a due passi dall\u2019auto, letteralmente sul ciglio della strada. Da\nun lato bene: meglio cos\u00ec che averli tutti tra i sentieri, magari a\n\u201cdimenticare\u201d cartacce in giro, ma comunque un triste spettacolo, per una\nnatura fruita solo per la mitigazione della temperatura dovuta alla quota e\nnull\u2019altro. Ricordo che fuggivo\/fuggivamo presto sui sentieri, prendendo quota\nin fretta, avvantaggiati dalla logistica dell\u2019aver dormito l\u00ec dove loro tra\npoche ore sarebbero arrivati. Ci sentivamo in questo senso proprio come gli\nanimali che scompaiono quando la densit\u00e0 umana si fa eccessiva (e chiassosa).<\/p>\n\n\n\n

Altro che la \u201cwilderness\u201d agognata da Leopold! Proprio su\nquesto l\u2019autore cita il suo \u201cpadre spirituale\u201d Henry David Thoreau, dicendo che\nla \u201cnatura selvaggia\u201d, la wilderness, salver\u00e0 il mondo. A pi\u00f9 di un secolo e\nmezzo da quelle parole nella triste considerazione dello stato in cui si trova\noggi questa wilderness, siamo certi \u2013 come in una equazione matematica \u2013 che il\nmondo non si salver\u00e0.<\/p>\n\n\n\n

Gi\u00e0 in questi scritti il tono di Leopold \u00e8 drammatico: egli\n\u00e8 perfettamente consapevole di quella che \u00e8 la \u201cmacchina del progresso\u201d in nome\ndella quale tutto sembra essere sacrificato e sacrificabile: tutto ci\u00f2 che \u00e8\nselvaggio viene considerato come \u201cvuoto\u201d o \u201cinutilizzato\u201d e quindi in\ndefinitiva inutile. Egli mostra come la prospettiva debba essere completamente\nrovesciata: ogni spazio non toccato del mondo \u00e8 una risorsa e una ricchezza\ninestimabile e non quantificabile con il solo denaro, ma in quanti gli hanno\ncreduto a suo tempo e gli sono andati dietro? Quanti lo fanno adesso? <\/p>\n\n\n\n

Le sue parole poi, nella contingenza del momento attuale e della\ncronaca che arriva da questa parte dell\u2019oceano, suona non solo amara, ma come\nun vero e proprio canto di morte: gli Stati Uniti, nella costa ovest stanno\nletteralmente andando in fumo. I quotidiani online, i social e i servizi\ntelevisivi ci mostrano una realt\u00e0 apocalittica, con cieli arancioni e\n\u201cmarziani\u201d. Gli stati di California,\nOregon e Washington sommano un totale di territorio andato in fumo pari\nall\u2019Abruzzo.<\/p>\n\n\n\n

Per finire, non\nmanca qualche contraddizione \u2013 soprattutto ai nostri occhi \u201cmoderni\u201d \u2013 nel\nlibro: Leopold \u00e8 sempre stato un convinto cacciatore e non ne fa mistero in\nqueste pagine. Questo aspetto stride alle nostre orecchie, ma il suo pensiero\nnon ne viene intaccato e anzi: forse proprio arrivando da quel mondo sembra\navere ancora un maggior valore.
<\/p>\n\n\n\n


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[1]<\/a> Tra questi vi \u00e8 senz\u2019altro, per chi \u00e8 vecchio abbastanza, quello che rimanda all\u2019\u201cAlmanacco del giorno dopo\u201d, una trasmissione RAI che ha preceduto il telegiornale della sera dal 1976 al 1992. Per qualche informazione in pi\u00f9 su questo \u201ccontenitore televisivo\u201d che ebbe un certo successi, di veda la relativa voce Wikipedia.<\/p>\n\n\n\n

Autore: Luciano Celi<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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