L’Operazione Crossroads

Ieri martedì 1 luglio ricorreva l’anniversario dell’Operazione Crossroads, condotta dagli Stati Uniti per studiare gli effetti delle armi nucleari sulle navi da guerra.

Il test venne proposto il 16 agosto 1945 da Lewis Strauss (futuro presidente della Commissione per l’Energia Atomica) e prese il via nel 1946 presso l’Atollo di Bikini, nelle Isole Marshall, scelto per le sue caratteristiche favorevoli: era sufficientemente remoto, con un ancoraggio protetto ampio e solamente 167 abitanti che verranno obbligati a trasferirsi a Rongerik, atollo disabitato situato 128 miglia ad est.

Ad ovest di Bikini si sarebbe dovuto svolgere il test subacqueo profondo, Charlie, previsto per l’inizio del 1947, che però verrà annullato perché la Marina non riuscirà a decontaminare le navi usate per i primi test.  

Scienziati e diplomatici si opposero fermamente, sottolineando i pericoli di un’operazione di questo tipo. Persino gli scienziati del Progetto Manhattan, estromessi dai test, ne sostennero l’inutilità e la pericolosità: Oppenheimer scrisse a Truman, cercando di convincerlo del fatto che si potesse lavorare benissimo in laboratorio, risparmiando e ottenendo risultati accurati.

I test, infatti, non avrebbero potuto fornire una valutazione degli effetti delle radiazioni sui marinai. 

L’ammiraglio William H.P. Blandy, a capo dell’operazione, rispose ordinando l’invio di animali sacrificali sulle navi e che l’amministrazione avrebbe perso “solo” 3,7 milioni di dollari bombardando le “navi rottame” che erano state scelte.

Blandy ordinò una valutazione delle condizioni meteorologiche per evitare che il materiale radioattivo si diffondesse tra il personale a causa di tempeste oceaniche e degli effetti secondari legati alle correnti.

93 navi vennero trasferite nella laguna di Bikini con a bordo carburante, munizioni e strumenti per misurare la pressione atmosferica, i movimenti in seguito all’onda d’urto e i livelli di radiazioni.

Il primo test (Able) fu effettuato il 1° luglio 1946. La bomba nucleare Gilda mancò il bersaglio di circa 650 metri, causando danni inferiori a quelli previsti.

Il secondo test, Baker, datato 25 luglio 1946, ebbe effetti devastanti: la bomba (questa volta denominata Helen) venne fatta esplodere a 27 metri di profondità e l’aerosol radioattivo generatosi a livello del mare causò una contaminazione talmente ampia che il chimico Glenn T. Seaborg affermò che Baker fu “il primo disastro nucleare al mondo“.

Fortunatamente, dopo questo avvenimento, i pericoli per l’ambiente per l’uomo ed evidenti difficoltà tra cui l’impossibilità di recuperare tutte le navi (ne vennero recuperate solo 9), il programma venne sospeso.

Oggi, pensare di vivere sull’atollo è impossibile: i pesci e le falde acquifere rimangono contaminati. La barriera corallina è un’attrazione per il turismo subacqueo insieme alle navi affondate durante le prove.

Per quanto oggi tutto questo possa sembrare aberrante, anche se, con gli avvenimenti recenti, sembra che non si sia mai andati davvero avanti, bisogna sempre inquadrare queste vicende nel contesto in cui si svolsero: la guerra fredda. Inoltre, gli americani non furono i soli a condurre questo tipo di test: i francesi “sperimentarono” sulla Polinesia per trent’anni (dal 1966 al 1996) e i sovietici per quaranta, dal ‘49 all’89, a Semipalatinsk.

Fonti

https://www.ocean4future.org/savetheocean/archives/107913

https://www.storicang.it/foto-del-giorno/il-paradiso-tropicale-distrutto-dalla-bomba-atomica_16833

Autrice: Gemma MeiSemi di Scienza APS

Luglio 2, 2025

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