Semi di Scienza http://www.semidiscienza.it Wed, 05 Nov 2025 14:06:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.12 http://www.semidiscienza.it/wp-content/uploads/2019/01/cropped-Semi-di-scienza-1-32x32.png Semi di Scienza http://www.semidiscienza.it 32 32 8 e 9 novembre: “Da una Goccia d’Acqua alla Vita” http://www.semidiscienza.it/2025/11/05/8-e-9-novembre-da-una-goccia-dacqua-alla-vita/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=8-e-9-novembre-da-una-goccia-dacqua-alla-vita http://www.semidiscienza.it/2025/11/05/8-e-9-novembre-da-una-goccia-dacqua-alla-vita/#respond Wed, 05 Nov 2025 14:06:56 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3208 L’8 e il 9 novembre Semi di Scienza sarà a FOCUS Live 2025 con un laboratorio didattico essenziale: “Da una goccia d’acqua alla vita”. Un laboratorio esperienziale per scoprire l’acqua come motore della vita!

Attraverso semplici esperimenti e osservazioni scientifiche, bambini e ragazzi esplorano il ciclo dell’acqua, i suoi stati e le sue trasformazioni, comprendendo quanto sia preziosa per gli ecosistemi e per l’uomo. Un viaggio tra scienza e consapevolezza per imparare a proteggere la risorsa più importante del pianeta.

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Le neuroscienze del sonno e dei sogni: un viaggio nella mente che dorme http://www.semidiscienza.it/2025/10/30/le-neuroscienze-del-sonno-e-dei-sogni-un-viaggio-nella-mente-che-dorme/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=le-neuroscienze-del-sonno-e-dei-sogni-un-viaggio-nella-mente-che-dorme http://www.semidiscienza.it/2025/10/30/le-neuroscienze-del-sonno-e-dei-sogni-un-viaggio-nella-mente-che-dorme/#respond Thu, 30 Oct 2025 15:40:04 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3204 Ogni notte il cervello intraprende un viaggio sorprendente: conserva ricordi, rielabora emozioni e dà vita ai sogni. Ma cosa accade davvero quando dormiamo? Qual è la funzione del sonno nel nostro benessere fisico e mentale?

Venerdì 21 novembre, alle ore 18:00, presso La Cité (Borgo S. Frediano 20/R, Firenze), Semi di Scienza APS propone un nuovo Aperitivo scientifico dal titolo “Le neuroscienze del sonno e dei sogni”.
L’incontro sarà condotto da Sara Scaletti, laureata magistrale in Neuroscienze e Riabilitazione neuropsicologica all’Università di Padova, con esperienza di ricerca in neuroscienze computazionali e affettive.

Un’occasione per scoprire, grazie alle neuroscienze, il lato nascosto e affascinante del sonno: un processo che ci accompagna ogni notte, ma che ancora custodisce molti misteri. Tra esperienze di ricerca, curiosità scientifiche e momenti di confronto con il pubblico, cercheremo di capire cosa accade quando “ci addormentiamo” e perché i sogni ci parlano di noi.

Sarà anche l’occasione per entrare a far parte dell’associazione o semplicemente sostenerla! Potrai infatti richiedere la tessera 2026.

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Iniziative a Pisa e Calci (PI) – ottobre 2025 http://www.semidiscienza.it/2025/10/05/iniziative-a-pisa-e-calci-pi-ottobre-2025/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=iniziative-a-pisa-e-calci-pi-ottobre-2025 http://www.semidiscienza.it/2025/10/05/iniziative-a-pisa-e-calci-pi-ottobre-2025/#respond Sun, 05 Oct 2025 09:27:53 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3199 In questo breve articolo vogliamo segnalarvi due interessanti iniziative promosse dal nostro partner, l’associazione Amici di Naturalmente Scienza APS, in collaborazione con Officine Garibaldi – il Cantiere delle Idee (il 24 ottobre) e con il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa a Calci (PI) (il 25 ottobre).

Sono momenti preziosi di divulgazione scientifica, che ricordano quanto sia importante condividere conoscenza e stimolare la curiosità di chi ci circonda. Diffondere il sapere attraverso il metodo scientifico significa promuovere una cultura basata sull’osservazione, sul dubbio e sulla ricerca delle prove: un modo per capire meglio il mondo e diventare cittadini più consapevoli.

Vi invitiamo a partecipare a questi appuntamenti, per continuare insieme a coltivare la passione per la scienza e per la conoscenza.

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Sostenibilità e acquaponica http://www.semidiscienza.it/2025/09/25/sostenibilita-e-acquaponica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sostenibilita-e-acquaponica http://www.semidiscienza.it/2025/09/25/sostenibilita-e-acquaponica/#respond Thu, 25 Sep 2025 09:58:29 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3175 di Baldassare Fronte (Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Pisa e Semi di Scienza APS) e Yuri Galletti (Semi di Scienza APS)

Parlare di sostenibilità significa affrontare una sfida complessa, che non riguarda soltanto la tutela dell’ambiente, ma anche l’equilibrio tra dimensioni ecologiche, economiche e sociali. La Terra, quel “pallido punto blu” di cui parlava Carl Sagan, è l’unica casa che abbiamo, e custodirla implica la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future. In pratica, significa consumare soltanto quanto la Terra è in grado di rigenerare, possibilmente un po’ meno, ma mai di più.

Inoltre, sostenibilità non significa soltanto ridurre gli impatti ambientali, che, anche se diminuiti, potrebbero comunque superare i limiti del pianeta, o limitarsi a proteggere la biodiversità. È anche giustizia sociale ed equità nell’accesso alle risorse, senza le quali saremo inevitabilmente esposti a conflitti continui e insostenibili tra popoli e nazioni.

Quindi, per perseguire la sostenibilità è necessario innovare, sviluppando tecnologie responsabili e nuove forme di economia e di impresa. Dalla pianificazione urbana alla mobilità, dalla gestione dei rifiuti alla produzione di alimenti, ogni scelta può contribuire a costruire un modello rigenerativo, capace di coniugare benessere umano e salute degli ecosistemi. La sostenibilità diventa così un progetto collettivo, etico, resiliente, solidale e guidato dalla scienza.

In questo quadro, il cibo gioca un ruolo centrale, essendo un fattore indispensabile e irrinunciabile. Adottare diete più equilibrate, ridurre gli sprechi e sperimentare modelli innovativi di produzione rappresentano azioni strategiche per avanzare verso la sostenibilità. Non a caso, organismi internazionali come la FAO hanno individuato nell’acquacoltura un settore prioritario su cui investire, in quanto in grado di garantire una produzione alimentare più sostenibile. I dati disponibili, infatti, mostrano che questo comparto presenta un’impronta di carbonio inferiore rispetto ad altre produzioni animali.

In particolare, questo settore è mediamente caratterizzato da una maggiore efficienza nel convertire gli alimenti (mangimi) in prodotto (carne) e da una maggiore efficienza dell’uso del suolo (kg di prodotto per m2 di superficie utilizzato). Ciononostante, sono ancora disponibili ampi margini di miglioramento. Infatti, molto può ancora essere fatto in due direzioni principali: 1) ridurre l’impatto legato alla produzione dei mangimi; 2) ripensare i processi produttivi in un’ottica circolare. Se sul primo fronte i progressi sono già significativi, l’adozione di processi produttivi realmente innovativi è ancora poco diffusa nella pratica.

L’acquaponica, che integra l’acquacoltura con la coltivazione idroponica, è un esempio concreto di modello circolare capace di produrre alimenti in modo sostenibile e con un ridotto impatto ambientale. Essa consiste in una policoltura (sistema di produzione integrato multi-trofico) che coniuga due tecnologie: il RAS (Recirculation Aquaculture System) e la coltivazione di ortaggi fuori suolo (idroponica). Scopo principale dell’acquaponica è, in piena aderenza ai principi dell’economia circolare, quello di convertire e quindi riutilizzare i nutrienti contenuti negli scarti dell’allevamento dei pesci (azoto e fosforo in primis) in nutrimento per organismi vegetali. Questa conversione è possibile grazie all’azione di comuni batteri nitrificanti che, in pratica, convertono l’ammoniaca emessa dai pesci in nitriti e nitrati, principali fonti di azoto per piante da foglia e da frutto. Si tratta quindi di un circolo virtuoso, in cui le emissioni tossiche per i pesci (ammoniaca) vengono trasformate dai batteri in nutrimento per le piante (nitriti e nitrati) che, a loro volta, assorbendoli depurano l’acqua permettendo così il suo riuso nell’allevamento del pesce. I benefici di questo sistema sono quindi molteplici e possono essere così riassunti: a) riduzione dell’uso di risorse: il mangime somministrato ai pesci nutre sia loro che le piante (1 input, 2 prodotti), consentendo così una drastica diminuzione dell’impiego di fertilizzanti; b) riduzione del consumo di acqua: la stessa acqua può essere riutilizzata per un numero quasi illimitato di cicli produttivi, con perdite legate soltanto all’evapotraspirazione e al suo sequestro nei prodotti finali (pesci e vegetali); c) riduzione della produzione di rifiuti e del loro rilascio nell’ambiente.

In definitiva, l’acquaponica rappresenta un modello emblematico di come l’innovazione tecnologica, guidata dalla scienza e ispirata ai principi dell’economia circolare, possa trasformare le sfide della sostenibilità in opportunità concrete per garantire cibo sano, ridurre gli impatti ambientali e costruire società più eque e resilienti. Siamo culturalmente pronti?

*La foto in evidenza è stata scattata il 14 settembre 2025, in occasione di un aperitivo scientifico sulla tematica qui approfondita. L’evento si è svolto presso Ripafratta (San Giuliano Terme, Pisa) durante la Festa della Rocca, promossa dalla Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca”.

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Apericena con mistero: chi ha incastrato Lise Meitner? http://www.semidiscienza.it/2025/09/17/apericena-con-mistero-chi-ha-incastrato-lise-meitner/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=apericena-con-mistero-chi-ha-incastrato-lise-meitner http://www.semidiscienza.it/2025/09/17/apericena-con-mistero-chi-ha-incastrato-lise-meitner/#respond Wed, 17 Sep 2025 09:23:05 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3164 Voglia di giocare con noi? Non ti puoi perdere il nostro mistery game: in questo gioco di squadra ogni gruppo costituisce un personaggio, tra indizi, accuse incrociate e colpi di scena.

Obiettivo

Scoprire chi, come, cosa, dove, quando e perché del “furto” del Nobel della grande scienziata Lise Meitner.

Come funziona

  • formate una squadra (2-4 persone)
  • ricevete la scheda-indagine e il foglio accusey
  • si gioca tutti insieme: logica, bluff, teatro… e tanta curiosità!

Quando e dove

Venerdì 19 settembre
ore 17-20
Circolo ARCI Vie Nuove, viale Donato Giannotti 13, Firenze

Bonus gusto!

Alle 19 pausa Ape RiBelle – All you can eat, l’aperitivo targato Belle Parole a € 12 + drink incluso. Buffet con affettati, formaggi, crostoni caldi, patate speziate, verdure grigliate e gratinate, polpette di ceci e lenticchie, insalate fredde. A cura di Belle Parole aps.


Iscriviti a questo link. Prenotazione necessaria per l’organizzazione dell’aperitivo.

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Festa della Cultura del Q3 http://www.semidiscienza.it/2025/09/17/festa-della-cultura-del-q3/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=festa-della-cultura-del-q3 http://www.semidiscienza.it/2025/09/17/festa-della-cultura-del-q3/#respond Wed, 17 Sep 2025 09:03:52 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3161 Domenica 21 settembre ci trovate a Firenze al Parco dell’Anconella in occasione della Festa della Cultura del quartiere 3 di Firenze.

Vi aspettiamo al nostro stand dalle 15 alle 19 per un po’ di divulgazione e laboratori!

ORE 16.35 : PRESENTAZIONE DEL LIBRO Il grande inganno. Il gioco d’azzardo spiegato bene di Marco Reho.

Potete leggere l’intervista all’autore qui.

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Life on Mars? http://www.semidiscienza.it/2025/09/15/life-on-mars/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=life-on-mars http://www.semidiscienza.it/2025/09/15/life-on-mars/#respond Mon, 15 Sep 2025 13:00:46 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3157 Laura Calvillo PhD – Semi di Scienza APS

Il rover Perseverance della NASA, arrivato su Marte con l’obiettivo di trovare tracce di vita passata, sta esplorando il cratere Jezero, che si pensa fosse un antico lago. Durante la sua missione, il rover ha studiato diverse aree geologiche, concentrandosi in particolare su una formazione rocciosa chiamata “Bright Angel”. Gli scienziati hanno analizzato i campioni di fango e roccia prelevati in questa zona e hanno fatto un’importante scoperta: hanno trovato piccoli noduli e aree chiamate “fronti di reazione” all’interno del fango, arricchiti di minerali contenenti ferro, come la vivianite e la greigite.

Sebbene questa non costituisca una prova definitiva dell’esistenza di vita, la peculiare co-occorrenza di minuscoli noduli e granuli arricchiti con fosfato di ferro (vivianite) e solfuro di ferro (greigite), trovati in stretta associazione con carbonio organico all’interno di una roccia sedimentaria rappresentano la più convincente “potenziale biofirma” mai rilevata sul Pianeta Rosso.

La composizione della roccia è di particolare rilevanza. Gli strumenti del rover hanno rivelato che i sedimenti di questa formazione sono composti da argilla e limo, materiali che sulla Terra sono noti per essere eccellenti conservanti di tracce di vita microbica.

Sulla Terra, la vivianite si trova comunemente in ambienti a basso contenuto di ossigeno, come le torbiere e i sedimenti, dove spesso si forma attorno a materia organica in decomposizione. Questa associazione specifica è un indizio particolarmente significativo. Parallelamente, la greigite può essere prodotta da specifici tipi di microrganismi terrestri, tra cui alcuni batteri anaerobi.

Il meccanismo fondamentale per la formazione di questi minerali in un contesto biologico è una reazione di trasferimento di elettroni (redox) che si verifica tra il sedimento e la materia organica. Sulla Terra, processi di questo tipo sono fondamentali per il metabolismo microbico, utilizzati per la produzione di energia necessaria alla crescita. La comparsa di vivianite e greigite in noduli arricchiti di carbonio organico, quindi, non si basa sulla semplice co-locazione, ma suggerisce una relazione causale in cui i minerali si sono formati in reazione con i composti organici. Di conseguenza, queste formazioni possono essere considerate una “impronta per la vita microbica”, una sorta di “fossile chimico” o “molecolare” che testimonia un processo vitale passato.

Fonti

Hurowitz, J.A., Tice, M.M., Allwood, A.C. et al. Redox-driven mineral and organic associations in Jezero Crater, Mars. Nature 645, 332–340 (2025). https://doi.org/10.1038/s41586-025-09413-0

NASA Says Mars Rover Discovered Potential Biosignature Last Year, https://www.nasa.gov/news-release/nasa-says-mars-rover-discovered-potential-biosignature-last-year/

Science

G Wächtershäuser Origin of life. Life as we don’t know it Science 2000 Aug 25;289(5483):1307-8. doi: 10.1126/science.289.5483.1307.

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“Il grande inganno. Il gioco d’azzardo spiegato bene” Intervista a Marco Reho http://www.semidiscienza.it/2025/08/13/il-grande-inganno-il-gioco-dazzardo-spiegato-bene-intervista-a-marco-reho/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-grande-inganno-il-gioco-dazzardo-spiegato-bene-intervista-a-marco-reho http://www.semidiscienza.it/2025/08/13/il-grande-inganno-il-gioco-dazzardo-spiegato-bene-intervista-a-marco-reho/#respond Wed, 13 Aug 2025 14:21:32 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3149
In questa intervista abbiamo il piacere di parlare con Marco Reho, nostro vicepresidente, membro del direttivo, insegnante di matematica e autore del libro Il grande inganno. Il gioco d’azzardo spiegato bene.
Il libro, edito da Scienza Express, spiega i meccanismi dell’azzardo legale, accompagnando il lettore alla scoperta dei meccanismi dietro scommesse, slot machine e lotterie grazie alla matematica è un vero e proprio faro contro l’autoinganno.

Dietro la promessa di vincite facili si nasconde un sistema costruito per perdere. “Il grande inganno” smonta l’illusione dell’azzardo legale, svelandone i meccanismi attraverso numeri, storie e logica. Con uno stile diretto e narrativo, Marco Reho accompagna il lettore in un viaggio tra slot, scommesse e lotterie, dove la matematica diventa l’arma più potente contro l’autoinganno. Un libro utile, attuale e necessario, perfetto per lettori giovani, insegnanti, genitori e per chiunque voglia capire davvero come funziona il mondo del gioco d’azzardo.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro? C’è stato un avvenimento in particolare che ti ha dato ispirazione?

Io insegno matematica a scuola ed è tanti anni che tengo dei corsi per studenti delle superiori nel fine settimana o nel periodo estivo. Ho sempre cercato di portare contenuti che normalmente non vengono fatti a scuola, come la crittografia – collegata ad Alan Turing – o la teoria dei giochi con i riferimenti al film A Beautiful Mind e all’equilibrio di Nash. Tutto è iniziato da qui.

Poi, nell’aprile del 2019, a Firenze, sono stato ad una conferenza di un fisico, Federico Benuzzi (che è anche giocoliere professionista), che aveva messo in scena un vero e proprio spettacolo sul gioco d’azzardo ed è stato molto bello…talmente tanto che ho preso appunti, una cosa che non facevo dai tempi dell’Università.

Ho subito pensato che avrei potuto unire quello che già facevo a quanto imparato in quest’occasione e quindi parlare di matematica applicandola al gioco d’azzardo anche perché, come sappiamo, è un tema che attira molto. Mi sono detto “uniamo l’utile al dilettevole”; la matematica potrebbe aiutarci ad avere maggiore chiarezza e a leggere meglio la realtà.
Benuzzi mi ha dato molti spunti di lettura e del materiale. Nel giro di 4-5 anni ho messo su una dispensa da lasciare ai ragazzi che frequentano i campus arricchendola con le attività che già svolgevo e con degli approfondimenti…e da lì è nata una prima bozza per il libro.

C’è stato tanto lavoro così come ci sono stati tanti aggiustamenti. La versione definitiva è nata grazie all’incontro con l’editore ScienzaExpress, che mi ha aiutato ad “aggiustare il tiro” accompagnandomi nella stesura e adattando quello che avevo in mente al formato cartaceo.

Puoi dirci qualcosa in più sul libro?

Il libro ha dieci capitoli che parlano di dieci giochi diversi spiegati da altrettanti personaggi: in un capitolo si parla del della roulette, in uno del superenalotto, in uno della delle slot…

Io come insegnante e divulgatore compaio solo nell’introduzione, dove ho scritto le mie “avvertenze al lettore” e nel capitolo 11, a conclusione del libro.

Volevo prima di tutto evitare la “lezione noiosa dell’insegnante” e, secondariamente, presentare i contenuti nella maniera più interessante possibile. I personaggi servono proprio a questo; c’è una guida museale, un pensionato, una ludopatica, un cameriere…sono persone comuni che, secondo me, tirano fuori tutto quello che c’è da tirar fuori molto meglio di un insegnante.

Ad esempio, il pensionato che dice “vado a giocare sul 42 perché non esce da un po’ di estrazioni” è molto più efficace rispetto al professore che ti fa lo spiegone.
Quindi, i giochi vengono approfonditi insieme alle competenze matematiche: ogni personaggio ha l’occasione per trovarle leggendo un articolo, ricordando qualcosa di scuola o parlando con altre persone.

Tutta la matematica che io presento si impara a scuola, non c’è niente di “clamoroso”. Ci sono degli approfondimenti, cinque, che però sono segnalati come tali. Tutto il resto è una matematica semplice che si studia anche alle scuole medie e che permette di leggere la realtà.

Ci sono anche delle storie reali di persone che sono riuscite a vincere e si cerca di capire come hanno fatto.
Dietro queste vittorie ci sono difetti fisici dei vari giochi, come una roulette inclinata, che, se sfruttati, permettono di vincere. Non sono difetti nelle regole ma difetti strutturali: appena il casinò o chi propone il gioco se ne accorge, il gioco viene sistemato o tolto.
Questo dimostra come la strategia perfetta non esiste.

Poi, questi 10 personaggi sembrano scollegati tra loro, ma in realtà non lo sono. Però non aggiungo altro…

Secondo te perché ci sono alcune persone che tendono di più voler giocare e altre che non ne sentono il bisogno? Tu hai mai giocato?

Sì, mi è capitato di giocare,  sono stato anche a Las Vegas due notti con un amico e siamo stati anche nei casinò, poi mi è capitato di giocare qualche volta alle slot machine, ma non mi hanno mai attirato. Semplicemente, penso ci siano persone più sensibili al fascino del gioco: c’è una componente psicologica molto importante.

Nonostante uno conosca la matematica e sappia di avere pochissime chance di vittoria, ci sono comunque molte persone che giocano. Chiaramente, dipende anche dalla situazione che una persona sta vivendo: in caso di difficoltà economiche si è più propensi a giocare, si cerca la svolta, il classico colpo di fortuna.

Ho parlato anche con psicologi che si occupano di questo tema, i quali mi hanno descritto il gioco come una dipendenza a tutti gli effetti, paragonabile al consumo di droghe. Chi gioca sperimenta l’astinenza, i sintomi sono pressoché gli stessi e si attivano le stesse aree cerebrali.

Chiaramente, il mio libro non vuole giudicare chi gioca: prima di tutto, non sono nessuno per giudicare gli altri e, in secondo luogo, il mio obiettivo non è dire “non giocare”, ma è quello di raccontare cosa è davvero il gioco per creare consapevolezza nel lettore.

Questo libro tu l’hai ideato per un pubblico giovane, i ragazzi. Secondo te è più facile comunicare certe cose ai ragazzi rispetto agli adulti, anche in caso di tematiche così delicate?

Io sono abituato a lavorare con i ragazzi, essendo insegnante, e quindi ho voluto scrivere un libro per loro, anche se la tematica è chiaramente adatta a tutti; anzi, un insegnante che legge questo libro può costruirci un percorso didattico a scuola collegandosi ai vari capitoli o un genitore può parlare del tema a casa con i figli, anche collegandosi ai videogiochi.
Ci sono dei videogiochi dove per sbloccare i livelli devi pagare…

Poi, partendo dai ragazzi, si può fare una grande opera di sensibilizzazione: sono più ricettivi e si impegnano a fare quello in cui credono. Quindi, se si sensibilizzano i ragazzi, saranno loro stessi ad “educare” gli adulti. Poi, i più giovani sono anche più vulnerabili ai rischi e, secondo me, è importante curare questa fascia d’età.

 Il libro è parte di un percorso, non è un punto d’arrivo, per vedere la matematica come strumento che ti fa leggere la realtà in modo più oggettivo e funge da anticorpo contro la ludopatia, perché comunque è una malattia. Quindi, nel mio piccolo, ho cercato di offrire una risorsa in più.

C’è una parte del tuo libro a cui sei affezionato? Hai un capitolo preferito?

Devo dire che questa domanda non me l’avevano mai fatta e non ci avevo mai pensato fino ad ora. Un capitolo che mi piace molto è il secondo, “Desiderio”. Ogni capitolo ha come titolo il nome di un personaggio e sono tutti nomi legati al gioco.

Chi è Desiderio? Un cameriere che ama tantissimo il suo lavoro, che non lascerebbe per nulla al mondo ma che, allo stesso tempo, è appassionato di dati e numeri e, grazie a questi, ha aiutato il suo datore di lavoro aumentando le vendite.

Questo capitolo mi piace proprio per questo: perché aiuta a far capire che la matematica non è esclusiva, ma è uno strumento per tutti. Desiderio potrebbe benissimo lavorare con i numeri, nella statistica, eppure si tiene stretto il suo lavoro. Non è che chi è appassionato di matematica è “solo” un genio, come spesso si pensa, ma può essere il nostro vicino di casa o, appunto, il cameriere che ci porta quello che abbiamo ordinato.

Credo molto nel potere della matematica per tutti: a scuola manca spesso il racconto della matematica e della sua storia, come si è arrivati ad una scoperta, in che periodo, quali erano gli strumenti a disposizione…altrimenti diventa solo un fare calcoli, e questo allontana le persone sempre di più quando, invece, avere una conoscenza della matematica è fondamentale per muoversi nel mondo.

Il libro è di pubblicazione recentissima, appena un mese. C’è stata qualche reazione o qualche commento che ti ha colpito particolarmente?

Per ora ho ricevuto commenti positivi, però ancora un po’ presto per un bilancio…ma mi ha fatto molto piacere leggere la recensione di una collega siciliana che mi ha scritto di essere riuscita a cogliere appieno il senso del mio libro, il mio messaggio. Certo, sono 150 pagine, ma dietro c’è un’idea, un qualcosa che io volevo trasmettere e vedere che è arrivato è una cosa che mi ha emozionato molto. Spero che tutti quelli che leggeranno il libro possano fare lo stesso.

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Il Tunneling Quantistico negli Enzimi: quando la biologia sfrutta le scorciatoie della fisica http://www.semidiscienza.it/2025/08/07/il-tunneling-quantistico-negli-enzimi-quando-la-biologia-sfrutta-le-scorciatoie-della-fisica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-tunneling-quantistico-negli-enzimi-quando-la-biologia-sfrutta-le-scorciatoie-della-fisica http://www.semidiscienza.it/2025/08/07/il-tunneling-quantistico-negli-enzimi-quando-la-biologia-sfrutta-le-scorciatoie-della-fisica/#respond Thu, 07 Aug 2025 10:02:01 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3144

Questo è il terzo di una serie di quattro articoli dedicati al sorprendente ruolo della meccanica quantistica nei sistemi biologici.

Se ti sei perso i primi due, puoi recuperarli qui e qui.

Gli enzimi sono i grandi acceleratori della vita. Senza di loro, le reazioni chimiche nelle nostre cellule sarebbero così lente da risultare inutili. Ma come riescono a essere così straordinariamente efficienti? La risposta, almeno in alcuni casi, potrebbe arrivare dalla meccanica quantistica. E più precisamente da un fenomeno affascinante: il tunneling quantistico.

Una scorciatoia quantistica

Per capire cos’è il tunneling quantistico bisogna partire da un’immagine semplice: c’è una pallina che sta rotolando verso una collina. Se la pallina ha abbastanza energia, la supera. Se non ce l’ha, si ferma.

Nel mondo quantistico le regole sono diverse: la pallina può sparire da un lato e riapparire dall’altro, come se avesse attraversato un tunnel invisibile. È il cosiddetto effetto tunnel, un comportamento bizzarro ma reale, tipico delle particelle più leggere, come protoni ed elettroni.

Questo fenomeno è stato osservato e descritto in contesti fisici, ma negli ultimi decenni ha iniziato ad attirare l’attenzione anche nel campo della biochimica. Alcuni enzimi sembrano in grado di sfruttare il tunneling quantistico per catalizzare reazioni con una velocità che sfida le leggi della chimica classica.

Cosa succede dentro un enzima?

Tradizionalmente, si spiega la catalisi enzimatica con l’abbassamento dell’energia di attivazione della reazione chimica. In poche parole, l’enzima agisce come un facilitatore: lega i reagenti, li orienta correttamente e li aiuta a trasformarsi nei prodotti. Un modello efficace, ma che in certi casi non basta a spiegare la rapidità osservata.

Alcuni studi mostrano che, in reazioni specifiche, i protoni o gli elettroni coinvolti nel processo non “scalano” la barriera energetica, ma la attraversano direttamente. Questo permette una velocità di reazione molto superiore a quella prevista dai modelli termodinamici classici.

Le particelle leggere passano prima

Il tunneling è più probabile per particelle piccole e leggere. Protoni, elettroni e ioni idruro sono i candidati ideali proprio perché la loro natura ondulatoria favorisce il passaggio attraverso le barriere. Questo rende il fenomeno particolarmente rilevante per alcune reazioni biologiche, dove il trasferimento di un protone è spesso il passaggio chiave.
Oggi la ricerca si sta concentrando sull’osservazione sperimentale di questi fenomeni in diversi tipi di enzimi, combinando tecniche avanzate come la cristallografia, la spettroscopia e le simulazioni computazionali. L’obiettivo? Comprendere quanto sia diffuso questo “trucco quantistico” nei processi vitali.

Perché ci interessa?

Capire il ruolo del tunneling quantistico nella biologia non è solo una curiosità teorica. Potrebbe rivoluzionare la progettazione di enzimi artificiali, l’ingegneria di farmaci, e persino offrire nuovi strumenti per la medicina e la biotecnologia. Se la natura usa la fisica quantistica per essere più efficiente, possiamo farlo anche noi.

Per approfondire
• Vol’kenshtein M.V. et al. (1972). The theory of enzyme catalysis. Molecular Biology, 6(3), 347–53.
• Garcia-Viloca M. et al. (2004). How Enzymes Work: Analysis by Modern Rate Theory and Computer Simulations. Science, 303(5655), 186–195.
• Klinman J.P., Kohen A. (2013). Hydrogen tunneling links protein dynamics to enzyme catalysis. Annual Review of Biochemistry, 82, 471–96.
• Masgrau L. et al. (2006). Atomic description of an enzyme reaction dominated by proton tunneling. Science, 312(5771), 237–241.

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Quando la Scienza incontra la Musica: Pitagora, Queen e mostre itineranti http://www.semidiscienza.it/2025/07/19/quando-la-scienza-incontra-la-musica-pitagora-queen-e-mostre-itineranti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=quando-la-scienza-incontra-la-musica-pitagora-queen-e-mostre-itineranti http://www.semidiscienza.it/2025/07/19/quando-la-scienza-incontra-la-musica-pitagora-queen-e-mostre-itineranti/#respond Sat, 19 Jul 2025 07:30:23 +0000 https://www.semidiscienza.it/?p=3137 Che ci fanno un astrofisico con la chitarra elettrica, un biologo che scrive di canto animale e un matematico con l’orecchio assoluto nella stessa stanza?

Potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta, e invece è la storia (vera) del rapporto profondo tra scienza e musica.

In questo viaggio scopriremo come le note abbiano accompagnato alcune delle più grandi menti della storia e come musica e scienza stiano in un rapporto molto stretto, in passato come oggi. Perché a volte, per capire l’universo, serve anche un po’ di ritmo.

Parlando di scienziati-musicisti, il primo è stato Pitagora, nel VI secolo a.C.
Osservando le corde tese di uno strumento, notò che la lunghezza influiva sull’altezza del suono: nacque così l’idea dei rapporti armonici: proporzioni numeriche che creano suoni gradevoli. 
Non a caso Pitagora parlava di una “musica delle sfere”, immaginando i pianeti muoversi in armonia matematica.

Anche Galileo Galilei aveva un rapporto speciale con la musica: suo padre Vincenzo era compositore e suonava la viola e il liuto, esponendo il figlio sin da piccolo alla riflessione sul suono. Osservando un lampadario oscillare nel duomo di Pisa, capì che ogni battito era isocrono (sempre uguale). Da lì nacquero lo studio del pendolo e del legame tra tempo, ritmo e gravità.

Prima di scoprire Urano (o Georgium Sidus, in onore di Giorgio III) nel 1781, William Herschel era un compositore e suonava l’oboe: figlio d’arte come Galileo (suo padre era violinista e oboista), la musica sarà una costante della sua vita e lo accompagnerà anche nel suo mestiere di astronomo.
Herschel costruiva telescopi come se fossero strumenti musicali, con precisione e orecchio; per lui, osservare il cosmo era un atto quasi musicale
Insieme alla sorella Caroline tenne concerti di successo. Anche lei diventerà una grande astronoma scoprendo ben 8 comete tra il 1786 e il 1797.

Charles Darwin era solito rilassarsi ascoltando sua moglie suonare il piano. La musica gli serviva per non perdere il filo del discorso e aiutarlo nelle sue riflessioni. Il canto in particolare sarà un suo argomento di studio: nel libro The Descent of Man (1871), aveva ipotizzato che la musica fosse una forma antica di comunicazione emotiva, nata prima del linguaggio parlato, utile per attirare il partner (proprio come fanno alcuni uccelli).

Per Albert Einstein, il violino era più di un hobby: era un modo per pensare e una valvola di sfogo. Diceva di “ragionare in musica” quando elaborava nuove teorie. Amava Mozart e Bach, e trovava nelle loro composizioni lo stesso tipo di equilibrio strutturale che cercava nella fisica. Einstein aveva diversi violini, ma il suo preferito – che portava sempre con sé – si chiamava Lina.

Lo scienziato-musicista più famoso del nostro tempo è Brian May, chitarrista dei Queen e astrofisico. Dopo 30 anni di successi meritatissimi ha ripreso a studiare, concludendo il suo Dottorato. 
Oggi si occupa di di luce zodiacale e promuove l’educazione astronomica; ha co-fondato l’Asteroid Day (link) per sensibilizzare sui pericoli cosmici.
La sua carriera dimostra che arte e scienza possono convivere alla perfezione — e anche rockeggiare insieme: la musica, infatti, ci regala modi sempre nuovi per raccontare e scoprire la scienza. Ogni nota, ogni vibrazione, ogni suono che ascoltiamo è il risultato di leggi fisiche ben precise.

La musica è un laboratorio perfetto per osservare la fisica in azione e questa disciplina è raccontata in molta discografia a livello mondiale. La nostra socia Adriana Vernice, di formazione fisica, ha ideato una mostra itinerante che unisce scienza e musica: The Sound of Science: La musica ti racconta la fisica.

Nel 2022 siamo stati al Festival della Scienza di Genova e nel 2024 abbiamo girato un po’, da Milano a Prato, riscuotendo grande successo e mostrando come alcuni dei concetti più affascinanti della fisica come i quark, l’entropia o la relatività siano presenti nei testi di alcune famosissime canzoni o in alcune copertine di album di cui la più nota è, senza dubbio, The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd.
Per capire com’è nata l’idea e come funziona la mostra, puoi recuperare l’intervista alla nostra Adriana (link) e, per un riassunto delle varie tappe, puoi sempre consultare il nostro blog (link).

In fondo, la scienza e la musica parlano la stessa lingua: quella della curiosità, della struttura, dell’immaginazione. Entrambe cercano pattern, bellezza e senso nelle cose, traducendo il mondo in strutture comprensibili, siano esse onde sonore o formule matematiche. 

Curiosità in note

  • Una ricercatrice ha trasformato il DNA in musica, assegnando a ogni base azotata una nota: il genoma come spartito!
  • La voce robotica di Stephen Hawking è stata campionata in brani musicali, tra cui uno dei Pink Floyd.
  • Il fisico e divulgatore Brian Cox era tastierista in una band pop prima di diventare volto della BBC per l’astronomia.

Fonti

Teti, F. (2023) – Musica e scienza: due mondi che si incontrano (https://pikaia.eu/musica-e-scienza-due-mondi-che-si-incontrano/

Forin, A. (2020), Pitagora: la musica, la matematica e l’armonia delle sfere (https://www.musicologica.it/pitagora-la-musica-la-matematica-e-larmonia-delle-sfere/)

Levitin, D. (2006) – This Is Your Brain on Music (https://archive.org/details/thisisyourbraino00levi

Unione Astrofili Italiani – Sir WILLIAM HERSCHEL (https://astrocultura.uai.it/astroarte/musica/herschel.htm

Pinto, M. (2009) – La musica secondo Darwin (https://scienzaonline.com/paleontologia/item/534-la-musica-secondo-darwin.html

Abel G.M (2023) – Einstein, il violinista (https://www.storicang.it/foto-del-giorno/einstein-il-violinista_16108)

Autrice: Gemma Mei- Semi di Scienza APS

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