Cribbio, che sorpresa! … Il Buco Nero in M87

Anche per chi, come me, lavora in un istituto di ricerca qual è l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’annuncio dato il 10 Aprile scorso è stata una vera sorpresa.

Sapevamo che i Colleghi stavano lavorando sulla riduzione dei dati per ottenere l’immagine di un buco nero galattico, ma non erano note le tempistiche. Pensavamo che avremmo dovuto attendere un bel po’ e io mi aspettavo un “black hole” diverso, credevo che fosse quello al centro della nostra Via Lattea e invece, con mio stupore, è quello di una galassia gigante ellittica distante circa 50 milioni di anni luce: M87.

Come già detto, pensavo che la notizia riguardasse il buco nero supermassiccio che si trova al centro della nostra galassia, che in questi anni si è progressivamente svelata agli occhi degli astronomi permettendoci di avvicinarci ad un oggetto piccolino (se confrontato alla singolarità di M87) di soli 4 milioni di masse solari.

L’oggetto, noto come Sagittarius A, è una sorgente radio luminosa e compatta nella costellazione del Sagittario. Questa zona del cielo ben visibile d’estate a causa della presenza di nebulose oscure è proibita all’indagine fatta con i telescopi ottici, ma l’utilizzo dei radio telescopi e i telescopi nell’infrarosso o vicino all’infrarosso ci offrono una visione inquietante.

Fig. 1

Le immagini (vedi fig. 1), riprese in anni differenti con risoluzioni via via maggiori, mostrano un insieme di oggetti stellari che orbitano vorticosamente intorno al nulla. Gli astronomi interpretano quell’apparente assenza con la presenza di un buco nero super massiccio. Il centro della Via Lattea è relativamente vicino essendo a 26.000 anni luce, per cui ero convinto che avrebbe avuto la precedenza nella corsa alla popolarità conquistandosi il primo scatto.

Invece la prima immagine riprende il nucleo di un’altra galassia, ben più distante da noi e poco più estesa della nostra, ma molto, molto più massiccia, dove le stelle stanno orbitando intorno ad un buco nero di qualche miliardo di masse solari e molto più esteso di quello della nostra Via Lattea. Il motivo è anche legato ad una densità inferiore che lo rende di dimensioni mostruose – ben 20 miliardi di chilometri, contro 40 milioni di chilometri (grosso modo la distanza tra Terra e Mercurio) di quello di casa nostra.

Anche per questo, per le dimensioni inimmaginabili, l’oggetto è stato meglio osservabile, ma a breve – massimo un anno – potremo vedere il nostro vicino.

A proposito… vi chiederete: ma come fanno a sapere quanto “pesa” il buco nero della nostra Via Lattea? Guardate la figura 2 e fatevi i conti!!!

Fig. 2

Dott. Alberto Cora – Istituto Nazionale di Astrofisica, Osservatorio di Torino

Aprile 16, 2019

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