BIOdiversifiCARE
E’ noto come il contatto con la Natura ed il prendersi cura di altri organismi viventi, come piante ed animali, possano svolgere importanti funzioni terapeutiche. L’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri (IRET) del CNR, in collaborazione con il Centro Socio Riabilitativo Educativo “Il Girasole” di Morreno di Orvieto (TR), hanno realizzato il progetto pilota BIOdiversifiCARE, coordinato da Andrea Scartazza del CNR-IRET di Pisa, per verificare come la conservazione e propagazione dell’agro-biodiversità locale in un giardino terapeutico (healing garden) possa costituire un valido strumento per promuovere una serie di servizi ecosistemici per la comunità ed il benessere biopsicosociale in persone affette da diverso grado di disabilità fisica e/o psichica. Per questo scopo, un gruppo di “Custodi della biodiversità”, composto da giovani con disturbo dello spettro autistico, è stato costituito per realizzare un giardino terapeutico dove propagare, conservare e studiare antiche varietà orticole locali.
Questo approccio ha offerto numerose opportunità di contatto con la Natura e ha favorito gli scambi interpersonali tra i giovani “Custodi”, gli operatori socio-sanitari, i volontari del centro, la comunità locale (in particolare la popolazione anziana) e i ricercatori, in un ambiente e contesto socioculturale ad alto grado di biodiversità. Questo intervento sinergico ha generato un significativo effetto sugli indici della Scala osservativa per la Valutazione delle Funzioni di Base (SVFB) utilizzati per monitorare gli obiettivi riabilitativi nei giovani partecipanti al progetto. In particolare, è stato osservato un cambiamento in positivo degli indici relativi agli item “Intenzione”, “Interazione” e “Regolazione”, indicando un miglioramento nelle abilità sociali e nelle relazioni interpersonali. Inoltre, essere “Custodi” di varietà antiche e in pericolo di estinzione può rappresentare per tutti, ed in particolare per le persone che possiedono “diverse abilità”, un modo per aumentare l’autostima ed il senso di appartenenza al contesto sociale di vita, contribuendo con il proprio lavoro al raggiungimento di un importante obiettivo per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Nel corso delle prove sperimentali condotte con l’aiuto dei “Custodi” presso il giardino terapeutico, sono stati determinati e proposti una serie di tratti funzionali agronomici, fisiologici e biochimico-nutrizionali da utilizzare come strumenti efficienti ed economici per eseguire test di screening e di valutazione del germoplasma locale.
Questo lavoro ha dimostrato come prendersi cura della “diversità della vita” a livello vegetale, umano e socioculturale in un giardino terapeutico abbia permesso di conseguire due importanti obiettivi: i) il miglioramento della salute, del benessere individuale e delle capacità relazionali in giovani affetti da disturbo dello spettro autistico e ii) la conservazione e valorizzazione della biodiversità locale, attraverso la cura di varietà antiche e l’acquisizione di dati storici e la determinazione di tratti funzionali utili per agricoltori, breeders e ricercatori e per il trasferimento di questa eredità alle generazioni future.
In conclusione, questo studio pilota ha dimostrato che un adeguato piano di gestione degli orti e giardini curativi può rappresentare un modo concreto per favorire il raggiungimento degli obiettivi terapeutici, la conservazione dell’agro-biodiversità locale e la promozione del valore della “diversità” come preziosa risorsa e patrimonio dell’intera comunità, portando a un diffuso miglioramento del benessere biopsicosociale ed ambientale.
Per approfondire: Scartazza A., Mancini M.L., Proietti S., Moscatello S., Mattioni C., Costantini F., Villani F., Massacci A. (2020). Caring local biodiversity in a healing garden: therapeutic benefits in young subjects with autism. Urban Forestry & Urban Greening, 47: 126511. https://doi.org/10.1016/j.ufug.2019.126511
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