Il Luppolo, una risorsa per tutti e per tutte le stagioni

di Matteo Bo

Con la primavera arrivano le fioriture e la natura si appresta a ripartire dal torpore invernale. L’emergenza climatica, anno dopo anno, minaccia la regolarità dei cicli di vita degli ecosistemi locali, ma, dopo molte settimane di siccità, qualche segnale di speranza sembra arrivare in questi giorni anche nel Nord Italia.

E la speranza riparte da uno degli appuntamenti fissi di stagione. È partita infatti la caccia ai germogli del luppolo detti anche impropriamente asparago selvatico o, nel dialetto piemontese, luvertin: una pianta davvero molto interessante con innumerevoli usi in cucina e non solo, per tutte le stagioni.

Da non confondere con altri rampicanti, questi sinuosi e snelli “asparagi” appartengono a quella tradizione ancora popolare di erbe spontanee (come l’ortica o il tarassaco) la cui raccolta primaverile in campagna e nei terreni incolti porta alla realizzazione di ottime pietanze quali frittate, risotti, insalate e minestre.

E allora perché non cimentarsi nella più classica delle ricette ovvero proprio la frittata di luvertin tipica delle valli piemontesi? Dal sito https://invalpellice.com/frittata-di-luvertin/, da cui “rubiamo” anche l’immagine di copertina, anche gli aspiranti chef meno esperti potranno trovare gli utili riferimenti per questa semplice ricetta che in pochi minuti porterà in tavola un gustoso antipasto in 3 semplici mosse:

  • In una padella antiaderente mettere un cucchiaio di olio di oliva, aggiungere le cime di luvertin tagliate a pezzi della lunghezza di 2-3 centimetri e lasciare appassire il tutto a fuoco lento;
  • Quando i germogli saranno appassiti metterli in una ciotola e mescolare con tutti gli altri ingredienti, come per fare una frittata ordinaria;
  • Quando il composto sarà mescolato in modo omogeneo versarlo nella padella usata in precedenza per appassire i germogli e cuocere da ambo i lati a fuoco vivace.

Ma il luppolo è molto altro… come uno degli ingredienti più noti della birra! Se i germogli sono infatti i protagonisti dell’inizio della primavera, i fiori lo sono dei mesi successivi. Il loro ruolo è quello di conservare e fornire il tipico aroma amaro nella produzione della nota bevanda. Il sottoprodotto protagonista è noto con il nome di luppolino, ovvero la polvere resinosa di color giallo intenso derivata dall’essiccazione delle infiorescenze femminili. Il luppolo poi è base anche di liquori e infusi dalle proprietà calmanti (con target sul sonno e sul benessere dell’apparato digerente).

Andando verso l’estate, i frutti sono noti altresì come agente di lievitazione nell’ambito della panificazione. Gli usi poi si estendono per le piante mature, grazie a fusti di estensione fino a 5 m di altezza e un imponente apparato radicale, a quelli non alimentari quali l’intreccio dei canestri o la tintura marrone (previa bollitura). Da citarsi infine l’uso ornamentale, in particolare della varietà del luppolo dorato (in botanica Humulus lupulus Aureus) tenendo sempre in considerazione che si tratta di una pianta rampicante spontanea e molto rigogliosa.

E dunque perché non sognare ulteriori utilizzi grazie a quel filone produttivo di riscoperta delle tradizioni ed evoluzione delle tecnologie e tecniche, che è sempre più correlato con gli ecosistemi locali come ampiamente riconosciuto per gli usi di un’altra pianta molto versatile qual è la canapa?

Per approfondire:

– “Erbe e piante selvatiche in cucina” (2014) di G. Peroni, C. Bonalberti, A. Peroni, P. Macchione

– “Guida pratica alle piante officinali. Osservare, riconoscere e utilizzare le più diffuse piante medicinali italiane ed europee” (2011) di G. Bulgarelli, S. Flamigni

https://associazioneitalianaluppolo.wordpress.com/

https://tuttopiante.net/luppolo-dorato-o-humulus-lupulus-aureus-coltivazione-esposizione-irrigazione-e-concimazione

Maggio 17, 2022

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