La tutela dell’ambiente e della biodiversità entra a far parte della Costituzione della Repubblica Italiana

8 Febbraio 2022: una giornata storica. L’ambiente entra nella Costituzione della nostra Repubblica e lo fa all’interno di due articoli molto significativi. Andiamo con ordine…

Costituzioni e ambiente: qual è lo stato di fatto?

L’Italia va a recuperare un ritardo con altre nazioni quali la Germania, in cui all’articolo 20 della Costituzione Federale Tedesca, già dal 1994, si cita: «Lo Stato, anche in considerazione della responsabilità nei confronti delle generazioni future, tutela, nell’ambito dell’ordinamento costituzionale, le basi naturali della vita e gli animali, con misure di carattere legislativo. Questa tutela avviene per effetto di misure di carattere legislativo e – in conformità alle stesse – agiranno i poteri esecutivi e giudiziari». Altri esempi arrivano dagli Stati Uniti: «Il popolo ha il diritto a un’aria pulita, a un’acqua pura e a una conservazione dei valori naturali, paesaggistici, storici ed estetici dell’ambiente. Le risorse naturali pubbliche della Pennsylvania sono proprietà comune di tutte le persone, comprese le generazioni che devono ancora venire». Simile discorso per l’India, la cui Costituzione contiene riferimenti espliciti all’ambiente in diversi punti, e Spagna, in cui all’articolo 45 si cita «Ognuno ha il diritto di godere di un ambiente adatto allo sviluppo personale, nonché il dovere di preservarlo». L’azione si inserisce poi in quelle già intraprese da altri paesi quali la Francia, dove il presidente Macron ha annunciato l’intenzione di inserire i temi ambientali all’articolo 1 della Costituzione.

Qual è stato l’iter necessario per questa modifica?

La modifica è avvenuta con un Disegno di Legge che prevedesse l’adozione da parte di ciascuna Camera, dei deputati e del Senato, con due deliberazioni a distanza di almeno 3 mesi e con la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione (ai sensi dell’art. 138 c. 1 Cost.). La riforma è stata approvata a giugno 2021 dal Senato e, con la seconda votazione di ieri (8 febbraio 2022), in modo definitivo dalla Camera dei Deputati. A quest’ultima votazione, su 475 votanti il risultato è stato di 468 voti a favore, uno contrario e sei astenuti. Non è pertanto necessario un referendum popolare in materia.

Quali sono le modifiche?

Articolo 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. TUTELA L’AMBIENTE, LA BIODIVERSITÀ E GLI ECOSISTEMI, ANCHE NELL’INTERESSE DELLE FUTURE GENERAZIONI. LA LEGGE DELLO STATO DISCIPLINA I MODI E LE FORME DI TUTELA DEGLI ANIMALI»

Articolo 41: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, ALLA SALUTE, ALL’AMBIENTE. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali E AMBIENTALI».

L’importanza di queste modifiche

Il “peso” di questa novità è facilmente intuibile. L’Italia da oggi conterrà all’interno del testo che definisce «le norme giuridiche e legislative fondamentali che tracciano le linee maestre dell’ordinamento dello stato» i primi espliciti riferimenti alla tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e degli animali. In particolare, l’inserimento in uno dei primi 12 articoli, noti come “PRINCIPI FONDAMENTALI”, permette di contornare chiaramente l’importanza del tema al centro di tutte le politiche e azioni normative di prerogativa della nazione. Non solo, viene citato esplicitamente «nell’interesse delle future generazioni» dando voce alla giustizia intergenerazionale che ha riempito negli scorsi mesi le piazze con i colori delle ragazze e dei ragazzi del movimento Fridays For Future.

Non di minor importanza la modifica dell’art. 41, in cui – facendo seguito alle normative già esistenti quali il Testo Unico dell’Ambiente D.Lgs. 152/2006 – si chiarisce in modo netto e definitivo che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in contrasto con l’ambiente e la salute delle persone.

Anche le organizzazioni non governative come Legambiente, Greenpeace e WWF accolgono positivamente la novità, pur sottolineando la necessità di costruire un sistema di norme adeguato alla tutela della natura e di agire tempestivamente per rispondere alle richieste dei cittadini.

A questa novità si può solo guardare con favore, ricordandosi come la Costituzione rappresenti il faro della nostra democrazia e da oggi anche un riferimento di speranza per un mondo in cui gli ecosistemi e le persone siano finalmente messi al centro dello sviluppo sostenibile delle nostre società.

Fonti:

Autori: Matteo Bo e Camilla De Luca – soci di Semi di Scienza

Costituzione | diritti | Normativa sull'ambiente

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